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                             COME EDUCARE I FIGLI Ascoltate questa, o padri: educate con grande impegno i vostri figli nella disciplina e nella ammonizione del Signore. La gioventù è come un essere che ha bisogno di molti guardiani, maestri, pedagoghi, servi e educatori; e volesse il cielo che dopo tante cure si possa tenerla a freno. La gioventù è come un cavallo indomito, come una fiera intrattabile. Se, quindi, sin da principio, cioè sin dai primi anni la portiamo a contenersi nei giusti limiti, non avremo in seguito più bisogno di grandi fatiche, ma l'abitudine loro farà da legge. Non permettiamo oro nessun di quegli atti che sono piacevoli e insieme dannosi, nè in queste cose cediamo loro per l'amore che loro portiamo. Esercita l'anima del figlio se l'anima è buona, gli averi a nulla gli gioveranno; se invece l'anima è bene e rettamente formata, la povertà non gli nuocerà. Tu lo vuoi lasciare ricco? Insegnali di essere buono; in tal modo egli sarà pure in gr
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   DALLA REGOLA: L'IMPORTANZA DELLA SCRITTURA Alle mense dei monaci non deve mai mancare la lettura. Non si metta a leggere chi ha afferrato a caso un libro, ma incominci alla domenica chi poi leggerà per tutta la settimana. Chi entra in tale ufficio dopo le preghiere finali della Messa e la comunione, si raccomandi alle orazioni di tutti, afinchè Dio allotani da lui lo spirito della superbia. Si osservi sempre un rigoroso silenzio; non si deve sentire nessun bisbiglio, ma soltanto la voce del lettore. Quel che è neccessario ai monaci per mangiare e per bere se lo porgano vicedndevolmente senza che nessuno abbia bisogno di domandare nulla. Se proprio occorrerà qualche cosa, lo si chieda piuttosto con il suono di un segnale qualsiasi che con la voce. Nè ivi alcuno pensi di domandare qualche cosa sulla lettura o su un altro argomento, a meno che il superiore non voglia pronunciare brevi parole per edificazione.  Il monaco lettore di settimana, prima di cominciare a leggere, beva u
                        IL MAESTRO INTERIORE Questo brano chiarisce il ruolo limitato ma importante del linguaggio rispetto alla conoscenza della verità.  Agostino, in questo dialogo con Adeodato afferma che l'unico vero maestro di tutti è dei cieli. Che cosa voglia dire poi "nei cieli" egli stesso ce lo insegnerà con dei segni, facendoci ammaestrare tornando interiormente a lui.  Amarlo e conoscerlo è la vita beata, che tutti gridano di cercare, ma pochi si rallegrano di averlo veramente trovato.   Adeodato invece, dalle parole di Agostino, ha imparato che l'uomo con le parole è sollecitato a imparare e che è molto poco ciò che del pensiero di chi parla appare tramite il messaggio : se poi si dicano cose vere, lo insegna solamente colui che, mentre parlava esteriormente, ci ha ricordato che abita nell'interiorità.
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                               IL LOGOS PEDAGOGO   Il pedagogo ha a che fare con la guida pratica e il suo scopo è di rendere l'anima migliore. Quello che espone e manifesta le questioni dottrinali è il Logos istruttore. Il pedagogo ci invita a mettere in atto i nostri doveri, dandoci direttive ineccepibili e mostrandoci gli esempi dei nostri predecessori che hanno fuorviato. La guarigione delle passioni ne consegue, conduce verso la piena conoscenza della verità quelli che erano stanchi e abbattuti. Il pedagogo guarisce le nostre passioni. Il nostro pedagogo assomiglia a Dio suo padre, è Dio immacolato sotto forma di uomo.
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                   LA CASA COSTRUITA SULLA ROCCIA                                      E SULLA SPIAGGIA   Chiunque viene a me, ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile. E' simile ad un uomo che fabbricò una casa, scavò, andò in profondità e pose le fondamenta sulla roccia. Essendo sopravvenuta un'inondazione, il fiume irruppe contro quella casa ma non poté scuoterla, perché era stata ben costruita. Chi invece ascolta e non mette in pratica è simile ad un uomo che edificò una casa sulla terra senza fondamento. Il fiume vi irruppe contro e subito crollò e grande fu la rovina di quella casa.
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                          EDUCAZIONE ISLAMICA I divieti e le raccomandazioni presenti all'interno del Corano, non sono destinati ai bambini immaturi, ma al bambino maturo e all'adulto responsabile del bambino. L'islam raccomanda una formazione complessiva d ell'essere umano: corpo, ragione, spirito, istinto e sentimento.    Il bambino impara che esiste una vita dopo la morte  e che riceverà un premio o una punizione in base alla condotta e a come si comporterà nella vita terrena.    L'educazione tiene sempre a mente i valori del corano, che devono essere assolutamente trasmessi.
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                  IL MONDO ARABO PREISLAMICO L'educazione nella civiltà araba è in stretto rapporto con la religione. La civiltà araba nasce nella penisola arabica nel VI-VII secolo d.C. Moametto è il fondatore di una nuova religione monoteista: L' islam. Prima della conversione all'islam la penisola arabica è abitata soprattutto a tribù nomadi dedite alla pastorizia: i  beduini ; trasmettono le loro conoscenze oralmente per mezzo di narrazioni. Il mondo musulmano manifesta una grande vitalità culturale.  I dotti musulmani rielaborano le teorie di Platone e Socrate. Scienziati islamici compiono progressi in campi come l'alchimia, la fisica, l'astronomia. Rilevante è il contributo nella matematica: è agli arabi che si deve il sistema numerico oggi utilizzato. Inoltre l'algebra deve il suo nome al titolo di un libro di al-Khuvaritzmi, matematico iraniano, così come il termine algoritmo.